Slang - USB solidale e complice con chi denuncia: fuori la violenza di genere dai posti di lavoro!
Apprendiamo con sgomento dalla stampa l’ennesimo caso di Violenza di genere che si presenta nel settore della ristorazione, questa volta nel capoluogo Piemontese. Solidarietà e complicità con la giovanissima lavoratrice che ha scelto di denunciare anni di abuso e violenza da parte del proprio datore di lavoro, un ristoratore di 58 anni che si è approfittato della sua ricattabilità economica per costringerla in atti sempre più violenti e abusanti.
La rabbia che ci attraversa però non ci rende questa notizia incredibile o sorprendente, da anni denunciamo attraverso la campagna “cercasi schiavo” quello che si nasconde dietro il settore del Turismo, dove la ricattabilità economica e fragilità sociale continuano a essere gli ingredienti principali nel reclutamento della forza lavoro. La lavoratrice tramite mezzo stampa racconta infatti come per lei quel lavoro, dove veniva pagata trenta euro a servizio in nero, rappresentasse l’unica possibilità di emancipazione e di riscatto, l’unica possibilità di sopravvivenza.
D’altra parte, l’eliminazione del reddito di cittadinanza e la volontà politica di non introdurre un salario minimo garantito non lasciano margini di fuga dallo sfruttamento di un settore storicamente caratterizzato da lavoro nero, lavoro grigio, demansionamenti e dinamiche familistiche. Difatti è la piccola impresa famigliare la forma prevalente del comparto, un brodo di coltura per atteggiamenti paternalistici, machisti e sessisti e infine di violenza, come in questo gravissimo episodio.
Questa vicenda ci restituisce una fotografia spietata quanto realistica delle condizioni di ricatto che tantissime giovani donne oggi si trovano a subire nel nostro paese; il processo d’impoverimento del lavoro contribuisce direttamente a creare terreno fertile per il perpetuarsi di abusi e violenze, costituendo un doppio ricatto là dove denunciare significa anche perdere il proprio salario. Al contempo la cultura patriarcale che permea la nostra società ad ogni livello trova un riscontro ancora più violento in alcuni settori, come quello della ristorazione, dove la professionalità delle lavoratrici deve scontrarsi quotidianamente con commenti, abusi, molestie da parte di superiori, colleghi e clienti.
Rinnoviamo un sentimento di solidarietà e complicità per questa lavoratrice che ha avuto il coraggio di alzare la testa e denunciare la barbarie di questo sistema di sfruttamento; come Unione Sindacale di Base infatti ci troverete in prima linea per combattere ogni giorno episodi come questo, sia all’interno dei rispettivi settori, ma soprattutto con uno sguardo apposito sul tema della violenza di genere che ha trovato compimento nella rete nazionale e confederale degli sportelli contro discriminazioni, molestie e violenza di genere nei luoghi di lavoro, in collaborazione con rete ISIDE.
#schiave mai #toccaunatoccatutte
SLANG – Unione Sindacale di Base