Siamo tutti Niccolò: venerdì 24 giugno manifestazione al Ministero del Lavoro contro sfruttamento e precarietà

Nazionale -

La scorsa settimana abbiamo assistito all’ennesima rappresentazione delle condizioni di lavoro a cui milioni di persone sono sottoposte nel nostro Paese, ossia la vicenda di Niccolò Daviddi, che durante la trasmissione “Agorà” su Rai 3 ha raccontato la sua esperienza lavorativa nel settore dei Beni Culturali.

Niccolò è un archeologo, lavorava in una società archeologica e si occupava della sorveglianza in corso d'opera nei cantieri stradali di Roma, per monitorare l’eventuale ritrovamento di reperti archeologici durante i lavori di scavo per la posa di sottoservizi, inquadrato come libero professionista e quindi retribuito come partita Iva nonostante svolgesse, a tutti gli effetti, un lavoro subordinato.

Ebbene, dopo il racconto in cui denunciava compensi bassi e diritti inesistenti, Niccolò è stato estromesso dal gruppo WhatsApp aziendale nel quale venivano assegnati i cantieri, di fatto ritrovandosi impossibilitato a continuare a svolgere la sua occupazione, senza uno straccio di preavviso o di comunicazione da parte della società archeologica, in quanto “libero professionista”.

Tutto questo è accaduto nel pieno del dibattito nazionale sulla scarsa reperibilità di forza lavoro in diversi settori del mercato e sulla necessità di introdurre un salario minimo, con il reddito di cittadinanza continuamente accusato di essere il responsabile della mancanza di manodopera.

Il settore dei Beni Culturali è solo un tassello in un mosaico più grande. La storia di Niccolò ci dà un chiaro spaccato di come, nel nostro Paese, vengano davvero trattati i lavoratori, giovani e meno giovani, e a quali condizioni siano sottoposti: contratti part-time involontari, salari bassi, partite Iva coatte con compensi da fame che spesso nascondono lavoro dipendente, instabilità e assenza di contrattualizzazione. Che quando c’è… è irregolare!

Rifiutiamo categoricamente la retorica secondo cui i giovani non abbiano voglia di lavorare. Siamo invece convinti che, in Italia, ci sia un grande problema da affrontare che riguarda, in primis, i salari fermi da 30 anni e la diffusa precarietà del lavoro causata dalla mancanza di controlli e dalla manica larga concessa ai datori di lavoro su contrattualizzazioni sempre più flessibili, che erodono sempre di più di diritti di chi lavora.

per questo invitiamo a partecipare alla

MANIFESTAZIONE DAVANTI AL MINISTERO DEL LAVORO

 (VIA MOLISE ANGOLO VIA VENETO)

VENERDÌ 24 GIUGNO ALLE ORE 15.00

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