RGIS, no al ricatto green pass=lavoro: tamponi gratuiti per i dipendenti!

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Dal primo settembre le persone senza green pass sono pressoché abbandonate a loro stesse.  L’azienda RGIS, che invia i propri dipendenti a chiamata per inventariare merci nei grandi magazzini, noleggia i bus per alcune trasferte nonostante questi non siano accessibili a tutti i dipendenti, ma solo a quelli muniti di green pass. La disposizione del van di cortesia in aggiunta ai bus, attuata in ritardo, si è rivelata insufficiente a garantire una trasferta in sicurezza per tutti.

Ricordando che i dipendenti non sono in alcun modo tenuti a comunicare all’azienda dati protetti riguardanti la propria salute, i dipendenti senza green pass stanno subendo una discriminazione: prima vengono convocati per la trasferta - e con questo tipo di regime a chiamata, rifiutare può comportare una diminuzione delle convocazioni, e invece di lavorare c'è bisogno - e poi lasciati sul posto alla partenza perché non muniti di certificazione.

Dal 15 ottobre inoltre non sarà possibile lavorare se non in possesso di green pass. Lo Stato ha sì emanato un decreto, discutibile per molti versi, peraltro, ma che misure sta mettendo in atto l’azienda per non discriminare i propri dipendenti?

Noi non riteniamo tollerabile che possano continuare a lavorare soltanto le persone che possono permettersi un tampone ogni due giorni mentre le altre si trovano nella condizione di dover rifiutare o disdire chiamate. Per questo chiediamo che l’azienda si faccia carico delle spese per l’ottenimento del green pass disponendo la somministrazione e la copertura del costo dei tamponi presso strutture convenzionate. È grazie ai dipendenti che l’azienda può portare avanti la sua attività ed è questo che i dipendenti chiedono.

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