Emergenza caldo: per i rider di Glovo la sicurezza non è una questione stagionale, è un problema strutturale

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In questi giorni di caldo estremo, Glovo ha scelto ancora una volta la strada della monetizzazione del rischio, offrendo bonus ridicoli ai rider che scelgono di lavorare nelle ore più pericolose della giornata. È l’ennesima conferma di una multinazionale che non ha interesse a tutelare la sicurezza dei lavoratori perché non previene il rischio di incidenti e morti sul lavoro, ma “premia” chi si assume individualmente il rischio come già accade con i bonus pioggia.

Il problema, però, non è solo il caldo. È l’intero modello organizzativo del lavoro in Glovo a essere strutturalmente insicuro. I rider, infatti, continuano a non essere riconosciuti come lavoratori subordinati: questo significa nessun DPI fornito dall’azienda, nessun mezzo di lavoro garantito – che è a tutti gli effetti uno strumento di sicurezza – e una retribuzione troppo bassa, perché a cottimo, per permettersi un mezzo affidabile. In queste condizioni, ogni emergenza climatica – caldo, freddo, neve o pioggia – diventa un rischio concreto per l’incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori.

A peggiorare la situazione, c’è il nuovo sistema di “free login” che moltiplica lo sfruttamento: sempre più rider restano in strada per ore senza ricevere consegne, quindi senza guadagnare. Questo accade mentre in alcune regioni – tra cui Piemonte, Lombardia e Emilia-Romagna – anche per il settore del fooddelivery si prevede il blocco delle attività nei giorni più caldi. Ma se l’accesso a un reddito dipende solo dal numero di consegne, bloccare il lavoro senza garantire salario significa spingere ancora più lavoratori alla fame.

Per USB la tutela della salute e della sicurezza non può essere scaricata ai rider o passare da bonus o incentivi: è una contraddizione continuare a parlare di tutela mentre si impongono finte partite iva o CoCoCo che negano diritti fondamentali.

Serve il riconoscimento della subordinazione e l’applicazione del CCNL Logistica senza alcun accordo aziendale peggiorativo, come quello Scoober siglato da cgil-cisl-uil con Just Eat. Solo così si garantisce sicurezza salariale anche nelle ore in cui è troppo rischioso lavorare, e solo così si può parlare davvero di sicurezza sul lavoro.

Schiavi mai!
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