Calabria: no al badge ai tirocinanti nella funzione pubblica, basta vessazioni e caporalato

Reggio Calabria -

Altro che buon andamento dell’attività amministrativa in Calabria, nella nostra regione pretendono solo lo sgravo di responsabilità e l’accanimento contro chi cerca nelle politiche attive di sbarcare il lunario! Avere il controllo assoluto dei tirocinanti tramite badge è un atto violento. Vessati e ricattati da sindaci, commissari, dirigenti e segretari comunali omettendo la legge che punisce chi possiede uno strumento legale previsto, nelle funzioni della P.A., solo per i suoi dipendenti.

I tirocinanti, loro malgrado, non sono dipendenti ma svolgono un tirocinio di inclusione sociale. Oggi alcuni enti praticano un atto intimidatorio sui tirocinanti stessi prima di consegnare a loro il badge senza nessuna norma che lo preveda o documento sottoscritto dove questi grandi manager si assumono il primis la responsabilità. Il tirocinante si ritrova ad essere costretto ad accettarlo per non cadere nel vortice del mobbing. La verità è ben altra. Nessuno si vuole occupare della formazione dei tirocinanti e gli enti ospitanti li sfruttano come subordinati, senza nessun affiancamento a dipendenti, ecco il perché del badge.

Noi di USB CALABRIA invitiamo i tirocinanti a riconsegnare al mittente questo strumento non confacente alle loro attività lavorative; infatti si ritroverebbe a passare da vittime a complici.

Segnaleremo, come già in accordo, alla Regione Calabria e all’Ispettorato Nazionale al Lavoro e poi denunceremo alla Procura della Repubblica questo abuso. Riteniamo che questo metodo sia un eccesso di controllo e una mancanza di fiducia da parte degli enti ospitanti ma soprattutto un accorgimento “”fuori luogo”. Questo “cartellino identificativo personale” e si riferisce registrarne le entrate e le uscite. Si tratta dunque di uno strumento utilizzato per la rileva-zione delle presenze dei lavoratori, ci chiediamo e chiediamo alle autorità preposte: ma allora che senso ha il tutor? Facile, il tutor a volte in ferie, ammalato o perfino inesistente nell’atto pratico quindi con questo sistema di beggiatura si aggirerebbe il problema di gestione dei tirocinanti tramite la registrazione automatica di entrate e uscite. Normalmente, sono i dipendenti pubblici che attraverso l'accesso a dei portali personali, hanno la possibilità di controllare la propria situazione lavorativa ma ai tirocinanti questo onore ancora oggi NON lo hanno riconosciuto.

La Corte di Cassazione ha inoltre sancito, con la sentenza n. 11025/2006 che il controllo dell'orario dei dipendenti pubblici deve derivare da una precisa fonte contrattuale o legislativa e non può dipendere assolutamente da un'ini-ziativa personale di una figura dirigenziale. A tal proposito si rischia di indurre il tirocinante ad un lavoro subordinato. Ma, USB lotterà per bandire questo scempio morale verso i tirocinanti e punterà il dito contro quei dirigenti caporali della Pubblica amministrazione.

Il buon andamento e l'imparzialità dell’amministrazione sono principi tendenzialmente solidali, nel senso che la mi-gliore garanzia dell’uno, in genere, giova anche alla tutela dell’altro in questo caso del tirocinante!

Ma in Calabria gli “amministratori” alle regole NON sono avvezzi all’uso.

USB Slang Calabria