Amazon e le banane dell’assessore

Nazionale -

Dopo quasi due mesi di attesa, l’assessore al lavoro della Regione Lazio, Claudio Di Berardino, si è degnato di concedere un’oretta del suo prezioso tempo agli ex lavoratori degli hub di Amazon di Colleferro e Passo Corese e all’USB.

Al di là della ben nota situazione vissuta da migliaia di precari finiti negli ingranaggi della multinazionale, che sullo sfruttamento estremo delle persone ha costruito il proprio profitto, le richieste avanzate nell’incontro erano chiare e semplici.

All’assessore è stato chiesto di istituzionalizzare un tavolo volto a governare sul territorio una situazione destinata ad acuirsi nel prossimo futuro, con la prossima apertura del nuovo hub di Fiumicino e la ricaduta in termini di precarietà della prossima fine del blocco dei licenziamenti.

All’assessore, ancora, è stato chiesto, nella sua veste istituzionale, di portare la questione all’attenzione della Conferenza delle Regioni, in larga misura coinvolte in situazioni analoghe, in moda da costruire le opportune sinergie, necessarie a determinare uno sviluppo positivo della questione.

Allo stesso assessore, infine, è stato chiesto di attivarsi perché il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, avvii un confronto al fine di giungere ad una modifica della normativa vigente, attraverso le maglie della quale la multinazionale aggira senso, spirito e logica della legislazione sociale, riducendo ai minimi termini il numero di lavoratori “garantiti”, rispetto a quelli somministrati.

A queste richieste, l’assessore, semplicemente, non si è degnato di rispondere. Chiarito come un tavolo sia stato già attivato presso il ministero del lavoro, senza spiegare con la partecipazione di chi e per discutere cosa – ma conoscendo i trascorsi sindacali dal personaggio, le deduzioni sono abbastanza semplici –, l’ineffabile assessore ha affermato come avesse già provveduto a porre in essere quanto di propria competenza. Cosa?

È qui che Claudio Di Berardino ha superato sé stesso, affermando come si fosse adoperato per “sensibilizzare” la multinazionale in ordine alle condizioni contrattuali dei lavoratori coinvolti. In sostanza, assumendo l’escamotage con cui Amazon fa profitto sulla pelle di coloro che lavorano per essa, come la “legge” – lex dura lex -, ha trasformato la regione Lazio nella Repubblica delle Banane. In cui, ad esempio, ad un rapinatore non si impedisce di rapinare, ma gli si raccomanda di farlo con garbo …

È chiaro che fino a quando saranno questi gli amministratori che dovrebbero tutelare il territorio ed il lavoro del territorio, gli affari dei Bezos continueranno a superare la linea di Kàrmàn, prosperando sullo sfruttamento delle nuove generazioni di schiavi.

A margine dell’incontro telematico, è stato concordata l’organizzazione di una conferenza con i sindaci dei territori coinvolti, attraverso la quale rilanciare anche sul piano delle istituzioni la vertenza.

Ma non si illuda, il signor Claudio Di Barardino, di aver chiuso, oggi, la questione con gli ex lavoratori Amazon e con l’USB.

Non siamo usi accontentarci di parole - peraltro vane e vuote – e, ben consapevoli da che parte stiano la ragione e la giustizia, non mancheremo di turbare sonni e veglie di chi sta altrove.

 USB Lavoro Privato

SLANG

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